A cura di Giuseppe Sermoneta
Edizione Fuori commercio
Tra i manoscritti del fondo ebraico della Bibliothèque Nationale di Parigi è conservato un piccolo formulario di preghiere tradotte in giudaico-italiano - ma in caratteri ebraici - in cui fu inserita per intero una traduzione in volgare del Cantico dei Cantici.
Il codice porta il n° H. 142, entrò forse a far parte del fondo verso la fine del diciannovesimo secolo.
Nessun dato di riferimento ci permette di sapere di sapere qualcosa di più né sul copista, né sul luogo di trascrizione, né tantomeno sull'epoca di traduzione delle preghiere e delle copiose parti tradotte dalla Bibbia.
Il quindicesimo secolo è l'epoca d'oro di tali codici; le favorevoli condizioni economiche di molti banchieri ebrei, per lo più confinati in piccoli centri, resero molto diffuso l'uso di trascrivere il Rituale, in apposita traduzione, ad uso delle donne; queste si limitavano a imparare a leggere i caratteri ebraici, ma, nel corso degli studi che seguivano, non arrivavano alla conoscenza della lingua.
Dall'Introduzione
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