Edizione critica per cura di Giuseppe Nava
Edizione Fuori commercio
Nell'edizione critica curata da Giuseppe Nava è ricostruito con rigore filologico il lungo itinerario creativo del Pascoli non soltanto attraverso le stampe di Myricae (dalla prima edizione, del 1891, alla nona, del 1911, l'ultima apparsa in vita dell'autore), ma soprattutto attraverso l'esame dei manoscritti e degli appunti autografi conservati a Castelvecchio, dei quali viene fornita una descrizione dettagliata. Oltre a un incremento quantitativo, le Myricae furono infatti sottoposte da Pascoli a una progressiva rielaborazione formale con modifiche anche profonde del testo, fino talvolta a una completa riscrittura.
Il testo qui presentato, cioè quello dell'edizione del 1911 che può essere considerato rappresentativo dell'estremo stadio di elaborazione della raccolta sotto l'aspetto grafico e interpuntivo, è corredato dell'apparato delle varianti di stampa e di quello degli errori tipografici, e dagli abbozzi e stesure manoscritte.
In calce ad ogni pagina figura dunque un doppio ordine di apparati: il primo raccoglie le varianti di periodici, opuscoli ed edizioni in vita del Pascoli; l'altro, racchiuso tra parentesi rotonde per distinguerlo dal precedente, registra gli errori tipografici di quelle stesse stampe.
Gli abbozzi e le stesure manoscritte sono integralmente pubblicate a parte, distinte secondo la poesia a cui si riferiscono e disposte nell'ordine di successione che è parso più probabile secondo criteri esterni, di carta, inchiostro e grafia, ma anche e soprattutto secondo il grado di elaborazione e la maggiore o minore concordanza strutturale col testo definitivo.
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