La nuova indagine etimologica condotta in questa sede sull’antico italiano arcolino ‘piccolo mustelide da pelliccia’, la cui più antica attestazione si rinviene nelle rime dell’Anonimo Genovese (ultimo decennio del sec. XIII), e che per il resto occorre solamente in testi e documenti di area veneziana (dal Milione di Marco Polo al capitolare dei vaiai di Venezia) dei secc. XIIIXVI, parrebbe classificare il lemma come prodotto della linguistica del contatto. Si tratterebbe infatti del calco italiano di una voce mongola, forgiato nel contesto multilingue degli scali commerciali del Mar Nero: qui, a partire dalla seconda metà del Duecento, l’intensificarsi delle transazioni favorì l’approfondirsi dei contatti linguistici e culturali tra i mercanti italiani (in particolare genovesi) e i loro omologhi levantini (arabi, bizantini e, per l’appunto, tartari).