Il saggio prende in esame gli sviluppi della lessicografia genovese tra il XVIII e il XIX secolo, dal primo manifestarsi di esigenze di descrizione e catalogazione del lessico all’affermarsi di un vero e proprio “canone” rappresentato dai principali vocabolari dialettali ottocenteschi, come quelli dell’Olivieri (1841, 1851) e del Casaccia (1851, 1876). Mostra il passaggio, non senza titubanze e ritorni, da una prospettiva storico-normativa (il vocabolario dialettale come strumento per la lettura dei testi antichi e la fissazione di una lengua zeneise) al modello, tipico della lessicografia dialettale dell’epoca, del dizionario vernacolare concepito come strumento per l’apprendimento della lingua italiana.