Nel panorama di lavori relativi al linguaggio degli artisti/artigiani che, fra il Quattro e il Cinquecento, si cimentarono con la scrittura in volgare di documenti di vario tipo e natura, manca ad oggi uno studio complessivo della lingua di Bartolomeo Ammannati, scultore e architetto fiorentino di chiara fama che tuttavia non ha goduto dello stesso trattamento riservato ad altri artisti suoi contemporanei. Al fine di colmare – sebbene solo in parte – tale lacuna, il presente articolo fornisce l’edizione di un corpus di 56 lettere finora inedite, inviate dallo scultore fra il 1563 e il 1578 a Giovanni Caccini e al suo agente Francesco Busini. L’edizione è corredata di analisi linguistica e di un glossario dei termini relativi all’àmbito artistico-architettonico oppure connessi con il rinvenimento, il trasporto e la lavorazione delle materie prime.