ARTICOLO
Silvia Capotosto

Dal dialetto all'errore. Un'indagine sul metodo «Dal dialetto alla lingua»

I programmi del 1923 redatti da Giuseppe Lombardo Radice introdussero per l’insegnamento dell’italiano nelle scuole elementari il metodo “dal dialetto alla lingua”, promuovendo la pubblicazione di “manualetti” che avrebbero dovuto proporre traduzioni corredate di sobrie note grammaticali. Il lavoro prende in esame 7 volumi pubblicati tra il 1924 e il 1925 per le scuole elementari di tre regioni, Abruzzo, Calabria e Campania, indagando le modalità con le quali i principi ispiratori del metodo vennero realizzati nei testi. In particolare, si analizza quanto e come incise sull’impostazione di ciascun volume, sulle scelte metodologiche dei redattori e sulla visione del rapporto dialetto-lingua trasmessa dai testi il fondato timore che il contatto interlinguistico avrebbe potuto generare ibridi e calchi. Tra le forme di questo tipo esemplificate nei testi, in effetti, molte si riferiscono a realtà ampiamente diffuse, piuttosto che a possibilità astratte o a episodi sporadici, inducendo i curatori a intervenire con decisione. La risolutezza e la stessa efficacia didattica del loro intervento dipesero nella maggior parte dei casi dal grado di sensibilità di ciascuno nel percepire caratteristiche arealmente marcate dell’ortepìa, della morfosintassi e del lessico. Di fronte a forti differenze strutturali tra dialetto e lingua, però, i compilatori manifestarono notevoli incertezze, che si dovranno attribuire non solo a limiti interpretativi, ma in parte anche alla mancanza di adeguato materiale bibliografico e di circostanziate indicazioni programmatiche.