L’articolo esamina la presenza dei versi danteschi sulla ‘centesma’ (Par. XXVII, 142-148) all’interno dell’anonimo Trattato di astrologia (Firenze, BNC, Naz. II.III.47), testo pratico e di ambiente mercantile copiato nella seconda metà del Quattrocento e contenente una serie di nozioni di astrologia e di computo calendariale. Dopo aver fornito una descrizione dell’unità codicologica (il ms. è composito) e dei testi in essa trasmessi, si riflette sul consolidamento della Commedia come auctoritas all’interno del Trattato e di testi ‘scientifici’ e mercantili, fornendo altresì alcuni spunti di riflessione sulla tradizione frammentaria e indiretta del poema in contesti affini. In Appendice si offre l’edizione del testo, corredata da uno studio linguistico e da un glossario.