Il lavoro costituisce la prima parte di una ricerca più ampia sull’uso e sulla percezione dei nomi femminili professionali in magistratura condotta su 475 magistrate/i operanti sull’intero territorio italiano. Dopo alcune questioni teoriche relative al genere grammaticale e ai nomi di professione, si presenta la modalità di campionatura tramite questionario. L’indagine evidenzia una lenta, ma comunque apprezzabile, diffusione dei nomi femminili di professione. L’impiego del femminile sembra interrelato a specifiche variabili anagrafiche e diatopiche, oltre che diafasiche. I contesti informali sono apparsi cruciali per tale impiego e l’uso del femminile, legato a una maggiore sicurezza personale e professionale, non sempre costituisce una scelta neutra.