ARTICOLO
Elisa Altissimi, Kevin De Vecchis

«Facemmo resciutte (ossia prendemmo congedo)». Un’analisi linguistica delle glosse esplicative nella prosa letteraria del Novecento

La glossa, analizzata soprattutto con riferimento alla lingua antica e alla sua presenza in testi scientifici anche a carattere divulgativo, è un procedimen­to sintattico-testuale utilizzato pure nella lingua letteraria, sia in passato sia ancora nel ’900. Accanto agli introduttori più tipici (congiunzioni o locuzioni come cioè, ossia, ovvero, vale a dire), si usano anche altre strutture sintattiche per inserire nel testo un termine o una frase chiarificatrice. L’articolo esamina quali sono le strategie di commento più utilizzate dagli scrittori del Novecento e quali caratteristiche esse assumono. Il corpus considerato è il Primo teso­ro della lingua letteraria italiana del Novecento (PTLLIN), costituito da 100 romanzi editi tra il 1948 e il 2006, all’interno dei quali abbiamo individuato due diverse tipologie di glossa: la prima, quella tradizionale e da noi definita “glossa semasiologica”, presenta la sequenza termine + introduttore + spiega­zione o descrizione del termine; la seconda, “glossa onomasiologica”, inve­ce, ha prima la descrizione del referente senza nominarlo esplicitamente e poi l’introduttore e il termine specifico, che in tal senso funge da glossa. L’analisi degli introduttori impiegati (quelli più frequenti, considerati in rapporto sia alla glossa stessa, sia alla struttura sintattica in cui si inseriscono) e quella del­le parole glossate (esotismi, cultismi, dialettismi, sigle, tecnicismi, ecc.) che vengono proposte forniscono indicazioni di un certo interesse anche sul piano stilistico.


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SLeI - XXXIX (2022)