L’interesse dei linguisti per i numerali cardinali trova corrispondenza in una larga quantità di studi, incentrati in particolar modo sugli aspetti pragmatici e lessicologici connessi a tali elementi del discorso. Ciò nonostante, l’impressione è che in quest’ambito siano stati finora analizzati soprattutto i numerali indicanti una quantità indeterminata o approssimativa, che risulta connessa a sua volta alla nozione di vaghezza semantica. In riferimento all’utilizzo dei numerali in ambito fraseologico, infatti, viene di solito fatto cenno al loro carattere metaforico (spesso anche simbolico e stereotipato) che si riscontra in espressioni del tipo fare due passi, guadagnare quattro soldi o mille grazie; in casi del genere i numeri bassi indicano perlopiù una quantità esigua o discreta, mentre quelli alti una quantità cospicua. Al contrario, paiono ancora scarse le ricerche volte a comprovare qualora anche i numerali usati in senso proprio – ossia indicanti una quantità precisa – possano far parte di unità fraseologiche e, se sì, di quali sottoclassi.
Partendo dalle ipotesi preliminari secondo cui la presenza dei numerali puntuali in fraseologia riguardi soprattutto i numeri cosiddetti “piccoli” e che, fra le diverse categorie, quella delle collocazioni sia la più nutrita di frasemi di questo tipo, il contributo – che poggia fra l’altro su un’estesa indagine di tali unità all’interno dei repertori lessicografici della lingua italiana – si propone di individuare la distribuzione dei numerali all’interno delle diverse classi e sottoclassi riconosciute negli studi fraseologici.
Se entrambe le ipotesi di partenza risultano smentite dai risultati della ricerca, questi ultimi permettono nondimeno di tracciare un quadro complessivo e approfondito circa caratteristiche ed uso dei numerali quali componenti di espressioni fraseologiche. Chiudono il contributo ulteriori considerazioni in merito alle tendenze generali che riguardano tali elementi, con riferimento al loro valore metaforico o metonimico o, ancora, ai processi semantici che portano talora alla lessicalizzazione sostantivale del numerale con significato traslato (come nel caso di farsi un sette nei pantaloni).