ARTICOLO
Piero Del Negro

Il lessico militare italiano in età moderna. Le parole delle occupazioni straniere

Che l’Italia sia stata – soprattutto in alcune fasi dell’età moderna – uno dei paesi europei più esposti alle occupazioni straniere, è fuori di dubbio. Non sembra tuttavia che tali occupazioni abbiano “generato” nel lessico militare italiano un’area semantica sufficientemente ampia e densa del tipo di quella, che si può ad esempio collegare all’affermazione dell’architettura bastionata. Questo esito va messo in conto soprattutto alla tendenza ad includere l’occupazione tra le qualità intrinseche della milizia (tutti i soldati, fossero “nazionali” oppure “forestieri”, erano considerati, in quanto mercenari, degli occupanti): non meraviglia quindi che la stessa voce occupazione rimanesse estranea, in quanto giudicata superflua, ai dizionari militari abbozzati o pubblicati nella penisola in età moderna. Nello stesso tempo va tenuto presente che la circostanza che in età moderna gli Stati italiani siano stati sempre occupati e mai, con la parziale eccezione veneziana, occupanti, ha influito non tanto sul lessico militare globalmente considerato quanto sul sottoinsieme, in cui si riflette maggiormente il rapporto dei militari con il territorio e con le popolazioni, che lo abitano, la logistica. Non è certamente un caso che nei secoli dal XIII ai primi decenni del XVII, mentre l’incidenza degli italianismi sul totale degli scambi linguistici in ambito bellico si aggirò, grazie al fondamentale contributo della penisola alla rivoluzione militare, che contrassegnò la transizione dall’età medievale alla moderna, intorno al 54%, nel caso della logistica non superò il 40%. Non stupisce, in particolare, che il settore semantico relativo a quelli che vanno considerati i segni più visibili dell’occupazione, gli alloggi dei soldati, sia stato in larga misura dominato dai forestierismi.


Contenuto in:
SLeI - XXIX (2012)