ARTICOLO
Federica Casadei

L'omonimia nel lessico italiano

L’articolo presenta un’analisi dell’omonimia in italiano a partire da HOMO, un database di omonimi che l’autrice ha compilato prendendo in considerazione tutte le forme dei lessemi registrati dal Grande dizionario italiano dell’uso (Gradit). Nel Gradit l’omonimia coinvolge le forme di citazione di 14.537 lessemi, pari a circa il 9% del lemmario, mentre HOMO include 112.344 forme di 35.557 lessemi, pari al 14% dei lemmi del Gradit. Lo sviluppo di omonimie appare correlato sia alla ricchezza del paradigma sia alla struttura morfologica dei lessemi: il maggior numero di omonimi è generato dai verbi (54% di HOMO) e la fascia d’uso più "omonimigena" è il vocabolario di base, formato da lessemi di alta frequenza le cui forme sono perciò più brevi e morfologicamente più semplici. L’analisi avvalora la tesi che la distinzione tra omonimia e polisemia sia da concepire in modo graduale, poiché solo il 50% delle forme in HOMO non ha alcuna relazione etimologica con i suoi omonimi. Anche la distinzione tra omonimi assoluti e parziali risulta più efficace se concepita in modo graduale, quindi si propone una scala di omonimia che vede al massimo grado le forme che hanno tutte le caratteristiche tipiche degli omonimi assoluti (sono riconducibili a lessemi diversi, omofoni e omografi, le cui etimologie sono irrelate, che appartengono alla stessa categoria lessicale e il cui paradigma include lo stesso insieme di forme) e all’estremo opposto le forme la cui unica caratteristica è quella di appartenere a lessemi diversi.