Il saggio esamina la presenza degli eufemismi nel linguaggio economico e finanziario contemporaneo, fondando l’analisi su un ampio corpus di articoli provenienti da alcuni dei maggiori quotidiani italiani. Tra le strategie retoriche del linguaggio economico, gli eufemismi hanno rappresentato, soprattutto in tempi recenti, una risorsa sempre più sfruttata, favorita anche dalle profonde crisi che hanno contrassegnato gli ultimi decenni. Nel contributo si osservano, anzitutto, le peculiarità degli usi eufemistici nel linguaggio giornalistico; si passa, poi, a illustrare le tipologie più ricorrenti di eufemismo, che in àmbito economico conoscono varie declinazioni (metafore, perifrasi, metonimie, ossimori, litoti, acronimi, tecnicismi, forestierismi); si analizzano, quindi, i quattro campi semantici che mostrano il più alto tasso di eufemizzazione (la crisi economica; la povertà e le sue cause; l’inflazione e il costo della vita; le tasse e le imposte), registrando un ampio corredo di voci ricorrenti e ad alto grado di lessicalizzazione.