ARTICOLO
Roberto Galbiati

Nuove considerazioni sulle relazioni tra Cantare d'Orlando, Orlando laurenziano e Morgante

Negli ultimi decenni diversi studiosi hanno riconfrontato i primi ventitré cantari del Morgante e l’anonimo Orlando laurenziano e alcuni di loro sono giunti a mettere in dubbio l’ipotesi di Pio Rajna: il Morgante non sarebbe la geniale riscrittura di un cantare molto simile all’Orlando laurenziano, ma un’opera completamente originale; e l’Orlando laurenziano sarebbe una riduzione canterina del Morgante. Il presente saggio riaffronta l’intera questione e conferma l’ipotesi di Rajna: il Morgante e l’Orlando laurenziano discendono indipendentemente da un perduto Cantare d’Orlando. Mentre Pulci riscrive genialmente l’anonimo cantare, l’autore dell’Orlando laurenziano si dimostra un copista tendenzialmente fedele e questo fa dell’Orlando laurenziano un testo imprescindibile per il primo Morgante. In questo articolo si ipotizza anche che originariamente il Cantare d’Orlando sia stato un testo in prosa e che solo in seguito sia stato messo in ottava rima. È probabile inoltre che l’autore del Cantare d’Orlando conoscesse i Reali di Francia di Andrea da Barberino. Se l’ipotesi è corretta, allora il cantare (o il romanzo in prosa) sarebbero databili ai primi decenni del Quattrocento.


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SFI - LXXVII (2019)