Sin dalle origini della nostra tradizione letteraria, il termine indicante la superficie interna della mano è stato pressoché esclusivamente di genere femminile: la palma. Oggi, tuttavia, risulta ormai predominante il ricorsoalla variante maschile palmo, propriamente ‘unità di misura lineare equivalente a circa 25 cm’ o, più semplicemente, ‘misura approssimata, spanna’: dapprima limitato all’uso popolare (specie in area toscana), a partire dalla seconda metà dell’Ottocento palmo ‘superficie interna della mano’ inizia ad affiorare anche ai piani alti della scrittura e ad affermarsi su larga parte del territorio nazionale, perdendo così ogni coloritura diatopica o diastratica. Nel contempo, l’accezione metrologica originaria del maschile perde terreno, e il femminile sopravvive per lo più cristallizzato in formule idiomatiche (come tenere/portare in palma di mano). L’articolo propone una ricostruzione della diffusione delle due varianti attraverso i secoli, dai volgarizzamenti vitruviani alle pagine web, dai dialetti alla lingua nazionale, osservandone in parallelo i riflessi e le reazioni della lessicografia