Il contributo analizza la lingua di una nuova e inedita traduzione del De architectura di Vitruvio databile ai primi anni del Cinquecento (1504-1511) e contenuta nel manoscritto Ottoboniano latino 1653 della Biblioteca Apostolica Vaticana. Dopo aver fornito alcune informazioni generali di inquadramento storico-culturale e di carattere paleografico sul codice, si è passati al lavoro di indagine linguistica. Lo scopo principale dello studio è confermare come lingua della traduzione vaticana risponda pienamente alle strutture fono-morfologiche del fiorentino quattrocentesco: per far questo, sono stati analizzati tutti quei fenomeni tipici del volgare della Firenze del XV secolo, a cui sono stati aggiunti tratti più generalmente fiorentini che, sommandosi ai primi, concorrono a rinsaldare la collocazione diatopica del codice. A sostegno di questa tesi, vengono inoltre aggiunti soltanto alcuni prelievi lessicali che funzionano da utili cartine di tornasole per rafforzare la localizzazione fiorentina del nostro testo.