Il contributo indaga il rapporto tra lessicografia ed ecologia da due punti di vista fondamentali: descrittivo-ricostruttivo e didattico-divulgativo. Partendo da alcune ricadute lessicali del dibattito ecologico più recente (la diffusione dell’espressione crisi ecologica, la neoconiazione ebollizione globale e altri lessemi implicati nelle trattative politiche delle COP) e dalla constatazione della difficile sistemazione disciplinare dell’ecologia, si mettono in luce aspetti su cui i linguisti e i lessicografi possono dare un contributo al consolidamento culturale delle politiche di sostenibilità, a partire dagli evidenti rischi di svuotamento semantico della famiglia lessicale legata a questo termine; s’individuano inoltre alcuni nodi problematici da tenere presenti nell’auspicabile progettazione di repertori e glossari dell’ecologia, attraverso il confronto con la lessicografia specialistica attualmente a disposizione. Si mostra come i vocabolari possano testimoniare l’impatto dell’ambientalismo nel sistema lessicale e culturale dell’italiano negli ultimi cinquant’anni, confermando l’importanza di valorizzare maggiormente la diacronia nell’analisi dei vocaboli ecologici, per misurare meglio sia le evoluzioni interne sia i contatti con la lingua comune.
Riguardo invece all’aspetto didattico-divulgativo, si vede come alcune voci dei dizionari dell’uso particolarmente importanti nella rete concettuale della sostenibilità necessitino di una revisione a più livelli, per fare in modo che gli strumenti lessicografici colgano i tratti più importanti della nuova sensibilità ecologica (come il cosiddetto principio dell’intergenerazionalità). Si documenta inoltre la produttività di nuovi campi semantici (inquinamento da plastica, finanza climatica) legati ai tentativi di risposta alla crisi ecologica da parte degli organismi politici sovranazionali.