L’autore discute le spiegazioni correnti sull’origine dell’espressione idiomatica per il rotto della cuffia (quelle di Alfredo Panzini e di Ottavio Lurati), rammenta l’interpretazione, trascurata dagli esegeti, della V Crusca e, dichiarandosi insoddisfatto di tutte e tre, ne propone una nuova, che fa riferimento al significato anatomico di cuffia (‘parte della placenta che avvolge la testa del bambino che nasce’): uscire per il rotto della cuffia è un’espressione popolare che equivale inizialmente a nascere con la camicia e quindi significa ‘cavarsi d’impaccio con la stessa fortuna che arride a chi nasce sotto buoni auspici’. Col passare del tempo la locuzione si carica di nuove sfumature semantiche (‘senza danno, per un pelo, a mala pena’ ecc.).