In questo contributo viene presentato un manoscritto del XIV sec. di proprietà del comune di Deruta (PG) recante una serie di volgarizzamenti dal Nuovo Testamento, tra cui anche quello della ‘versione ordinaria’ dell’Apocalisse. Questa versione si configura come la più antica dell’area italiana, il cui testo è tràdito da diciassette testimoni. Per la particolare sequenza dei testi il codice derutese è avvicinabile ad altri due manoscritti che gli studi hanno già identificato come tra i primi ricettori dell’Apocalisse in volgare: il Chig. L.VII.249 della Biblioteca Apostolica Vaticana e il 1538 della Biblioteca Riccardiana. Pertanto, dopo la descrizione del codice e del suo contenuto, il lavoro propone un’analisi filologica del testo dell’Apocalisse per definire il rapporto tra il derutese e gli altri due manoscritti; chiude lo studio un breve appunto sulla lingua.