Nella prima parte del contributo viene tracciata la storia della parola inconscio, nel tentativo di correggere alcune sviste lessicografiche che curiosamente hanno più volte interessato il termine. Viene, inoltre, constata una precoce alternanza tra inconscio e incosciente (sia come agg. che sost.), e la presenza ottocentesca di termini come preconscio e subcosciente, spesso utilizzati al posto di inconscio, soprattutto come agg., nel tentativo di sfuggire a espressioni come «coscienza inconscia» o «psiche inconscia», tacciabili, all’epoca, di non aver senso. Emerge così una notevole confusione nella terminologia filosofica, psichiatrica e psicologica di fine Ottocento causata da una non univoca definizione e accettazione del concetto stesso di ‘inconscio’. Nella seconda parte dell’articolo, preso atto che la confusione ottocentesca si riverbera nel Novecento, andando a complicare la già difficile ricezione della psicanalisi freudiana, vengono indagate le parole che fanno parte della prima e della seconda topica freudiana, in particolare preconscio ed Es.