Roberto Longhi assegna a Dante, nelle sue celebri Proposte per una critica d’arte, il ruolo di vero e proprio fondatore della critica d’arte. Non sono rari i casi in cui Longhi cita il poeta nelle sue opere ed è costante la presenza, negli scritti longhiani, di vocaboli che possono definirsi “danteschi”. Il contributo si propone di indagare la presenza delle parole di Dante in una selezione degli scritti di Roberto Longhi: l’obbiettivo è quello di mettere in luce il modo in cui il critico d’arte riutilizza questi vocaboli nella propria peculiare pratica ecfrastica, proponendo una prima indagine lessicale volta a individuare i vocaboli danteschi nelle pagine longhiane e analizzando, in un confronto specifico, i dantismi veri e propri.