Il presente studio si propone di analizzare le strutture deittiche attraverso cui si elicita la deissi spaziale nelle varietà perimediane appartenenti amministrativamente alla provincia di Viterbo, confrontate con quelle toscane, umbro-marchigiane e laziali. Dopo aver diviso la zona in cinque subaree si analizzano i dati relativi ad aggettivi e pronomi dimostrativi, avverbi di luogo, presentativi formati a partire dal lat. ECCE e avverbi di modo. L’analisi dei dati mette in luce la divisione della Tuscia in due parti: una caratterizzata dalla sopravvivenza di sistemi a tre membri con il termine relativo alla vicinanza all’interlocutore derivante direttamente dal lat. ISTU(M) ‘codesto’, un’altra in cui i sistemi deittici si stanno appiattendo a due membri e in cui il termine di media distanza, se presente, deriva dal lat. IPSU(M).