Studi di grammatica italiana

A cura dell'Accademia della Crusca

ISSN: 0391-4151 e-ISSN: 2284-4929

La rivista fu fondata nel 1971 per impulso decisivo di Giovanni Nencioni e fu da lui diretta fino al 2000 (quando alla Presidenza dell’Accademia della Crusca gli subentrò Francesco Sabatini); fu diretta da Nicoletta Maraschio nel periodo 2000-2008 e, quando Maraschio subentrò a Sabatini nella Presidenza dell’Accademia, fu diretta da Teresa Poggi Salani, nel periodo 2008-2021. Da quest’ultima data è diretta da Rosario Coluccia.

Gli SGI ospitano saggi su grammatica dell’italiano, grammatica storica, grammatica dei dialetti (in epoche e in ambienti diversi), grammaticografia e storia della disciplina, grammatiche scolastiche, didattica dell’italiano, testualità, pragmatica, attenzione per le posizioni teoriche (funzionali alla ricerca di base), ecc., senza preclusioni di tipo metodologico o discriminazioni legate alle scuole di appartenenza degli autori. Promuovono l’approfondimento del dibattito scientifico e nello stesso tempo si tengono al passo con le esigenze formali e con gli standard oggi richiesti dalle Agenzie di valutazione della ricerca, a cominciare dal coinvolgimento di revisori esterni qualificati (che si aggiungono alla lettura interna e al vaglio del Comitato di direzione) e dalla auspicabile indicizzazione internazionale della rivista.

A partire dal 2023 la rivista aggiunge, alla tradizionale sezione dei Saggi, una sezione di Discussioni e Rassegne di vasto respiro, incentrate sull’esame complessivo e comparativo di più lavori (libri e articoli), che presentino un medesimo tema o una medesima opera di largo interesse, del passato o della contemporaneità. Non sono previste recensioni, né schede veloci, né semplici segnalazioni di singoli libri e articoli.

L’interesse per la grammatica è in crescita, dentro e fuori la scuola e l’università. Fuori dai circuiti accademici, nei media tradizionali e nella rete, pullulano gli interventi e le rubriche che offrono risposte ai dubbi grammaticali dei lettori, in questa fase di grandi movimenti interni alla lingua italiana. La divulgazione, se ben fatta, non è negativa, risponde all’esigenza sociale di chi vuol sapere cosa è la grammatica, motore in perenne cambiamento che fa funzionare le lingue e permette l’interazione dei parlanti. Ma non può farsi divulgazione, anche eccellente, senza le acquisizioni continue provenienti dalla ricerca specialistica. Nonostante il clima complessivo difficile per la ricerca di base e per le specializzazioni non immediatamente applicabili, a dispetto della sottovalutazione a volte riservata alle discipline storiche e teoriche, lo studio della grammatica e le riflessioni sulla stessa conservano un ruolo fondamentale, in ambito accademico e nella società.

Nei campi di propria competenza, gli SGI mantengono il posto e la funzione che si sono conquistati in oltre mezzo secolo di vita.

SGI - XIX (2000)

Nicoletta Maraschio

«Avvertenza»
Pag. 003-004

Cecilia Robustelli

La sintassi dei verbi percettivi vedere e sentire nell'italiano antico
Pag. 005-040

Alexandre Lobodanov

L'uso in coppia dei verba dicendi e dei verbi di moto nell'italiano antico
Pag. 041-050

Stefano Telve

Aspetti sintattici del discorso indiretto nella prosa fra Tre e Cinquecento e nelle «Consulte e pratiche» fiorentine
Pag. 051-092

Giada Mattarucco

Alcuni aspetti critici nelle grammatiche italiane da Fortunio a Buonmattei
Pag. 093-140

Marco Pagan

Le allocuzioni nelle commedie di Goldoni (1738-1751)
Pag. 141-174

Domenico Proietti

«Comunque» dalla frase al testo
Pag. 175-232

Francesca Travisi

Morfosintassi dei pronomi relativi nell'uso giornalistico contemporaneo
Pag. 233-286

Luciana Salibra

Aspetti grammaticali fra doppiaggio e sottotitolazione in «Le rayon vert» di Eric Rohmer
Pag. 287-314

Mariangela Regoliosi

Le «Elegantie» del Valla come 'grammatica' antinormativa
Pag. 315-336

Giorgio Graffi

La sintassi in alcuni linguisti del primo Ottocento: idee nuove e persistenza della "grammatica generale"
Pag. 337-362

Leonardo M. Savoia

Note sulla formazione degli studi linguistici e dialettologici in Italia
Pag. 363-415