A cura di Piero Fiorelli
Se da un lato Giusti riconosceva ed esaltava i meriti della scienza, dall'altro gli pesava che le astrattezze e le astruserie d'un linguaggio riservato ai libri facessero cadere in dimenticanza le voci, le movenze, le sfumature appropriate di cui si fa bello, senza pensarci, l'uso parlato pił spontaneo. Dello studio che ne fece dą continua testimonianza tutto il suo modo di scrivere, in versi e in prosa, e anche nell'epistolario. Ne dą ora un supplemento di testimonianza la pubblicazione a stampa di quegli appunti, di quei tratti di penna, di quei «rabeschi» come diceva volentieri, che gli era accaduto di lasciare scritti in una sessantina di foglietti senza un ordine apparente, tenuti insieme da un'idea di lingua viva e schietta che gli ribolliva in mente.
Sono un migliaio di parole e modi di dire, che Piero Fiorelli ha ordinato in forma di glossario; e sopra vi ha steso una ricca e godibile ragnatela d'annotazioni, tese a dare notizia anche della varia fortuna lessicografica di quelle voci.
Voci di lingua parlata raccolte da Giuseppe Giusti
(pp. 72-78)
Indice
(p. 235)
Il libro si compone di due saggi dedicati alla fraseologia e al lessico delle pił importanti opere g...
Il Dizionario del linguaggio italiano storico ed amministrativo (Firenze, 1881) di Giulio Rezasco (L...