A cura di Elisa Altissimi
Per la prima volta si ripubblica il Trattato de' colori de gl'occhi (1551) del letterato fiorentino Giovan Battista Gelli (1498-1563), con a fronte l'originale latino De coloribus oculorum(1550) del coevo filosofo napoletano Simone Porzio. Il volgarizzamento si inserisce nel vasto programma dell'Accademia Fiorentina che, in seno alla questione della lingua, promosse l'adozione del fiorentino dell'uso cinquecentesco, in opposizione sia al classicismo bembiano, sia alla teoria italianista del Trissino. Il testo è preceduto da un'ampia introduzione, divisa in due parti. La prima tratta della vita e le opere dei due autori, presenta il contesto storico e culturale e illustra la prassi traduttoria di Gelli, sempre molto fedele al testo latino. La seconda parte è dedicata alla lingua del volgarizzamento, analizzata in relazione alle indicazioni fono-morfologiche delle grammatiche di Bembo, Trissino e Giambullari, esponenti delle tre principali correnti della questione della lingua. Nella sezione finale, dopo il commento di alcune singole voci, sono analizzati i numerosi cromonimi riferiti ai diversi colori degli occhi umani, non tutti presi in considerazione dalla lessicografia storica.
Indice
(pp. 111-13)
Presentazione di Paolo D'Achille
(pp. I-II)
Premessa
(pp. III-IV)
La Somma del Maestruzzo è la traduzione in volgare fiorentino della Summa de casibus conscientiae de...