Edizione critica a cura di Riccardo Drusi
Il Borghini non sapeva facilmente manus tollere de tabula: l'inguaribile volontà di espandere le basi documentarie delle sue ricerche storiche e filologiche lo portava alla dispersione e al non finito, come testimonia la mole di appunti inediti che si conserva principalmente alla Nazionale di Firenze. Rispetto alla normale caoticità dei suoi quaderni miscellanei, dove una nota di storia fiorentina può essere seguita da spogli di testi antichi, un abbozzo letterario da una trascrizione epigrafica, gli scritti in qualche misura compiuti o, se si vuole, rispondenti non già a sollecitazioni estemporanee ma a un disegno prestabilito sono relativamente eccezionali, e di norma collegati alle pochissime edizioni realizzare lui vivente, o poco dopo la sua scomparsa. Colpisce pertanto il grado di finitezza cui seppe portare le castigazioni alla Cronica di Giovanni Villani nel manoscritto ora II. x. 66 della Nazionale fiorentina.
Una volta attestata la posizione eminente che il cronista trecentesco e l'indagine testuale, storica e linguistica a lui dedicata detenevano nell'ampio e differenziato panorama degli studi borghiniani, l'impaginazione complessivamente ordinata di questo codice e, ancor prima, il suo carattere monografico parlano con ogni probabilità d'un progetto editoriale solo accidentalmente irrealizzato,
Dalla Premessa
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