Edizione critica a cura di Isabella Becherucci
La progressiva elaborazione teorica della moderna filologia d'autore, che peraltro comincia solo negli ultimi tempi ad acquistare un suo spazio autonomo all'interno dei manuali di Filologia italiana, è in fondo inscritta nella storia delle varie edizioni critiche di opere letterarie a tradizione d'autore.
Così anche in quella delle edizione dell'Adelchi, di cui questa nuova rappresenta addirittura il quarto esperimento: nella comune tendenza dell'ultima filologia, il tentativo è stato quello di ricollocare la meticolosa collazione delle varianti dei singoli testimoni, già compiutamente operata nelle precedenti edizioni, nel più ampio panorama dell'intera vicenda testuale documentata dagli autografi superstiti, considerati ora come un unico insieme generale. In pratica, alla ricostruzione in "verticale" dei processi elaborativi, congelati nel classico apparato chiuso in sé stesso, anche nella presente edizione si è cercato di affiancare il recupero in "orizzontale" della complessiva storia evolutiva del testo (già tentato, ma parzialmente, nell'ultima edizione precedente a questa) articolando le varianti, all'interno di apparati in dialogo fra di loro per mezzo di segni convenzionali, secondo il progressivo farsi dell'opera.
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